Volevamo augurarvi buone feste ricondividendo alcuni tweet di tolleranza verso altre religioni oltre a quella cattolica, ma non ne abbiamo trovati. In compenso però abbiamo letto molti messaggi contro l’Islam. I fatti di cronaca che sembrano aver scatenato odio online sono due: l’attentato terroristico di un uomo che dice di essere musulmano a Strasburgo e l’omicidio di due ragazze danesi in Marocco da parte di un gruppo di persone che dicono di essere di religione islamica.
Come spesso accade, i messaggi negativi veicolano stereotipi molto diffusi su questa religione. Elenchiamo quelli che hanno ottenuto più reazioni, raggruppati per tema.
Il messaggio più ritwittato di dicembre che parla di minoranze religiose è al momento quello di un europarlamentare italiano. L’uomo accusa l’Europa di non aver fatto abbastanza contro il terrorismo e chiede ai follower di ricondividerlo per aggirare il silenzio dei media. Totale: 1586 retweet
Questo tweet, invece, è polemico contro la sinistra che, pur odiando qualsiasi cosa, amerebbe la religione islamica. Viene ricondiviso 669 volte
650 persone hanno ricondiviso quest’invettiva che sembra scagliarsi contro un presunto politically correct terminologico
1033 utenti hanno ricondiviso un messaggio in cui le persone di religione islamica vengono accusate di essere violente
595 sono invece le ricondivisioni di un tweet in cui i profughi sono associati a terroristi che vorrebbero “riconquistare” l’Europa.
560 utenti ritwittano una denuncia di incompatibilità tra Islam ed Europa
Sono infine 470 le ricondivisioni di un tweet che mette in fila il presunto scontro tra Cristianesimo e Islam, lo ius soli e la presunta violenza delle persone di religione islamica.
I discorsi d’odio online hanno delle caratteristiche che li differenziano in maniera significativa dalle manifestazioni di intolleranza che vengono pronunciate dal vivo. C’è uno schermo che fa percepire all’utente una sorta di deresponsabilizzazione. Infatti, questa forma di mediazione fa sembrare meno gravi i concetti che esprimiamo. Eppure, partecipare a un dibattito online significa scrivere, ossia creare qualcosa di persistente nel tempo, che può ciclicamente essere inserito nel flusso di contenuti dei social network e delle piattaforme di microblogging. Il video di lancio di Contro l’odio sottolinea proprio la differenza che c’è tra piazze reali e piazze virtuali, ponendo una domanda fondamentale: ” Non lo urleresti mai in piazza. E allora perché in questa sì?”
Contro l’Odio è un progetto concepito come un tentativo di risposta agli attuali problemi legati alla presenza di odio sul web.
Nasce come strumento di raccolta dati su Twitter, a partire dai tweet che contengono messaggi di odio e che vengono maggiormente ricondivisi dagli utenti.
I “cinguettii” vengono inseriti in un geoblog, mappati in base alla regione di provenienza e raggruppati a seconda della minoranza colpita: migranti, rom, omosessuali.
La finalità del progetto è di contrastare questo fenomeno mettendo in evidenza i progetti e le realtà che in Italia promuovono una cultura della tolleranza.
Oltre alla creazione di uno strumento informatico per il rilevamento automatico di odio online, il progetto vuole sensibilizzare la cittadinanza, in particolare i giovani, sull’importanza di comunicare responsabilmente.
Verranno pertanto avviati dei percorsi educativi nelle scuole di tutto il territorio nazionale.
Martedì 18 dicembre controlodio.it sarà ufficialmente on line.
Il portale prevede diverse funzionalità, tra le quali:
– La mappa dell’odio. Una serie di visualizzazioni interattive che mostrano il numero dei discorsi d’odio pubblicati su Twitter giorno per giorno.
– Il rilevatore dell’odio. Uno strumento che permette all’utente di analizzare la quantità di odio presente nella propria rete sociale.
– La mappa della tolleranza, dove vengono raccolti e mostrati tutti i progetti e le realtà che favoriscono l’inclusione sociale.
I dati raccolti sul sito vengono periodicamente pubblicati su Facebook, Instagram e Twitter, per mostrarne andamento e tendenza.
Collaborano a Contro L’Odio:
Università di Torino, Università di Bari, VOX – Osservatorio italiano sui diritti,, SerMais, Associazione 21 Marzo, LeDiscipline, UVA, PrendiParte, Rime, L’égalité, Share e Alisso. Partecipano al progetto la Fondazione Benvenuti In Italia e Labnet.