Mattarella preferisce i rom agli Italiani?

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    Per un po’ di tempo lo riscriveremo come un mantra: quelli che leggete non sono discorsi d’incitamento all’odio, ma i post più ricondivisi che parlano dei gruppi vulnerabili che stiamo studiando. Quando li pubblichiamo sui social network, rendiamo anonimi i volti dei loro autori. Questo perché crediamo che l’odio si possa combattere attraverso una cultura della tolleranza e non con azioni altrettanto violente come l’esposizione al linciaggio pubblico.

    Ciò che ci interessa è invece ragionare sugli stereotipi che circolano online e offline. Ecco un esempio, tra i più ricondivisi di ottobre:

    Questo tweet, come tanti che leggiamo tutti i giorni, esprime un concetto che sembra ormai essersi profondamente radicato nella mente di molte persone che vivono in Italia, ovvero che i gruppi etnici minoritari (rom, migranti, etc.) siano tutelati maggiormente dalle istituzioni politiche. In questo caso l’autore arriva addirittura ad accusare Mattarella di fare favoritismi nei confronti delle persone di origine rom. 

    Un altro dei meccanismi comunicativi da contrastare è la diffusione dei “video verità” che in realtà sono contenuti altamente decontestualizzati che mirano a screditare un intero gruppo di persone e hanno una viralità molto alta. Per esempio, due tra i contenuti più ritwittati di ottobre hanno all’interno dei clip realizzati con il cellulare e aventi come protagonisti persone di origine rom.

    Le attuali alternative a questa massiccia presenza di stereotipi negativi sembrano essere la denuncia e il richiamo a valori morali. Come nell’esempio sottostante, unico messaggio positivo relativo a questo gruppo vulnerabile, tra i più ritwittati. Il problema è capire in che misura ciò produca un’alternativa politica e culturale a quella oggi dominante.